Avvocato per riparazione per ingiusta detenzione: ottieni il risarcimento danni

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Avvocato per riparazione per ingiusta detenzione: ottieni il risarcimento danni

Se sei stato ingiustamente incarcerato o sottoposto agli arresti domiciliari, puoi chiedere assistenza legale agli avvocati del team Avvocato Penalista H24 specializzati nella procedura di riparazione per ingiusta detenzione.

I fatti di cronaca, infatti, ci pongono di fronte a casi di ‘malagiustizia’ che vedono innocenti sottoposti senza colpa alla custodia cautelare a cui lo Stato tenta di rimediare mediante il risarcimento del danno per ingiusta detenzione.

Di seguito, si cerca di far chiarezza sui presupposti e sulle modalità della domanda di riparazione per ingiusta detenzione per la cui redazione è necessario farsi assistere da un avvocato specializzato nella stesura delle istanze di riparazione per ingiusta detenzione.

Il presupposto del diritto di ottenere l’equa riparazione per ingiusta detenzione – disciplinata all’art. 314 c.p.p. – consiste nell’ingiustizia sostanziale o formale della carcerazione subita. Rivolgiti ad un avvocato competente per la riparazione per ingiusta detenzione. Se vuoi assistenza contattaci qui.

Cos’è l’ingiustizia sostanziale?

La prima ipotesi di riparazione  per ingiusta detenzione è di tipo sostanziale (art. 314 co. 1 c.p.p.): il diritto all’equa riparazione del danno derivante dall’ingiusta detenzione spetta all’imputato che sia stato assolto per motivi completamente liberatori in punto di responsabilità, cioè perché era innocente.

In tal caso è richiesta una sentenza irrevocabile di assoluzione con uno dei seguenti dispositivi:

  • perché il fatto non sussiste;
  • perché l’imputato non l’ha commesso;
  • perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato.

Il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione è riconosciuto anche nel caso di sentenza di non luogo a procedere pronunciata al termine dell’udienza preliminare e di provvedimento di archiviazione emesso all’esito delle indagini preliminari.

Per quanto concerne l’archiviazione, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione è riconosciuta in tutti i casi in cui è consentita l’archiviazione: sia nei casi in cui manca una condizione di procedibilità, ossia quando il reato è estinto o il fatto non è previsto dalla legge come reato (art. 411 c.p.p.), sia nel caso di archiviazione per infondatezza della notizia di reato (art. 408 c.p.p.).

Quando si parla di ingiustizia formale?

La seconda ipotesi di riparazione per ingiusta detenzione è di tipo formale (art. 314 co. 2 c.p.p.): si tratta dell’ipotesi in cui la custodia cautelare risulta applicata illegittimamente, prescindendo dall’esito del processo a carico dell’imputato, che potrebbe essere di condanna o di assoluzione.

Quindi, il diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione spetta sia all’imputato prosciolto per qualsiasi causa, sia all’imputato condannato.

In tal caso è sufficiente che la custodia sia formalmente illegittima e non rileva che essa fosse giustificata dal punto di vista sostanziale.

Il diritto all’equa riparazione per l’ingiusta detenzione subita presuppone che sia stato accertato con decisione irrevocabile che il provvedimento custodiale è stato emesso senza che vi fossero le condizioni di applicabilità previste dagli artt. 273 e 280 c.p.p  (ossia mancanza dei gravi indizi di colpevolezza o non punibilità del delitto addebitato perchè estinto per prescrizione o perchè il delitto addebitato è punibile con pena che non consente la custodia cautelare)

In quali casi non è possibile richiedere la riparazione per ingiusta detenzione?

Il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione è escluso per quella parte di custodia cautelare che è stata comunque computata ai fini della determinazione della quantità di pena detentiva che avrebbe dovuto essere scontata dall’imputato che è stato condannato.

Ed ancora, il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione è escluso quando l’imputato ha dato causa o ha concorso a dare causa all’ingiusta custodia cautelare per dolo o colpa grave.

Secondo quanto previsto dalla Suprema Corte di legittimità, la colpa che vale ad escludere l’indennizzo è rappresentata dalla violazione di regole, da una condotta macroscopicamente negligente o imprudente dalla quale può insorgere, grazie all’efficienza sinergica di un errore dell’Autorità giudiziaria, una misura restrittiva della libertà personale.

Il concetto di colpa che assume rilievo quale condizione ostativa al riconoscimento dell’indennizzo non si identifica con la “colpa penale”, venendo in rilievo la sola componente oggettiva della stessa, nel senso di condotta che, secondo il parametro dell’id quod plerumque accidit, possa aver creato una situazione di prevedibile e doveroso intervento dell’Autorità giudiziaria.

Anche la prevedibilità va intesa in senso oggettivo, quindi non come giudizio di prevedibilità del singolo soggetto agente, ma come prevedibilità secondo il parametro dell’id quod plerumque accidit, in relazione alla possibilità che la condotta possa dare luogo ad un intervento coercitivo dell’autorità giudiziaria. Va, inoltre, considerato che il giudice della riparazione, per stabilire se chi ha patito la detenzione vi abbia dato o abbia concorso a darvi causa con dolo o colpa grave, deve valutare tutti gli elementi probatori disponibili, al fine di stabilire, con valutazione ex ante – e secondo un iter logico-motivazionale del tutto autonomo rispetto a quello seguito nel processo di merito – non se tale condotta integri gli estremi di reato, ma solo se sia stata il presupposto che abbia ingenerato, ancorché in presenza di errore dell’autorità procedente, la falsa apparenza della sua configurabilità come illecito penale (Sez. 4, n. 9212 del 13/11/2013, dep. 2014, Maltese, Rv. 259082).

La valutazione del giudice della riparazione, insomma, si svolge su un piano diverso, autonomo rispetto a quello del giudice del processo penale, ed in relazione a tale aspetto della decisione egli ha piena ed ampia libertà di valutare il materiale acquisito nel processo, non già per rivalutarlo, bensì al fine di controllare la ricorrenza o meno delle condizioni dell’azione (di natura civilistica), sia in senso positivo che negativo, compresa l’eventuale sussistenza di una causa di esclusione del diritto alla riparazione (Sez. U, n. 43 del 13/12/1995, dep. 1996, Sarnataro ed altri).

L’applicazione di quali misure legittima la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione?

Nel caso in cui siano state illegittimamente applicate le misure coercitive non custodiali non è previsto alcun risarcimento.

La riparazione per ingiusta detenzione viene riconosciuta nel caso di sottoposizione illegittima agli arresti  domiciliari o alla custodia in carcere. Il diritto all’equa riparazione del danno per ingiusta detenzione è riconosciuto sia nel caso di arresto in flagranza o fermo anche non convalidati, sia nel caso di convalida della misura che però non è seguita da un provvedimento di custodia cautelare, qualora sia intervenuta una sentenza irrevocabile di assoluzione.

Gli interventi giurisprudenziali e l’estensione dell’ambito di applicazione della riparazione per ingiusta detenzione.

Al di là delle ipotesi espressamente previste dalla legge, si sono registrati nel tempo importanti interventi da parte di giudici della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione che hanno ampliato il diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione, sul presupposto che le offese arrecate alla libertà personale mediante ingiusta detenzione siano riparate indipendentemente dalla durata di queste e quale che sia l’autorità dalla quale la restrizione provenga, essendo l’oggettiva lesione del diritto alla libertà personale che condiziona il diritto all’equa riparazione.

In attuazione di tale interpretazione, il diritto all’equa riparazione è stato esteso anche alla detenzione ingiustamente patita a causa di un erroneo ordine di esecuzione. Anche in questo caso è opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto per la riparazione per ingiusta detenzione per ottenere il risarcimento del danno.

La Corte Costituzionale ha ricondotto all’ingiustizia formale anche il caso di colui che abbia subito un periodo di detenzione sulla base di un’ordinanza emessa per un fatto per il quale egli era già stato giudicato ovvero aveva addirittura scontato la pena inflitta con precedente sentenza di condanna.

Come si presenta l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione?

La domanda di riparazione per l’ingiusta detenzione va presentata da un avvocato competente per riparazione ingiusta detenzione e deve essere depositata entro due anni dal giorno in cui la sentenza è divenuta irrevocabile (o sia stato notificato il provvedimento di archiviazione).

Il deposito viene effettuato nella cancelleria della Corte di Appello nel cui distretto è stata pronunciata la sentenza o il provvedimento che ha definito il procedimento.

L’entità della riparazione non può superare la somma pari ad euro 516.456,00.

Facoltà di non rispondere e richiesta di riparazione per ingiusta detenzione

Nel caso in cui tu ti sia avvalso della facoltà di non rispondere all’interno del processo devi sapere che comunque puoi rivolgere l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione.

Infatti a seguito del d. Igs. 188/2021, recante disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della Direttiva UE n. 2016/343, relativa anche al rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali, è stato modificato l’art. 314 cod. proc. pen. il quale ora stabilisce che

“l’esercizio da parte dell’imputato della facoltà di cui all’art. 64, comma 3, lett. b), non incide sul diritto alla riparazione di cui al primo periodo”.

Art. 314 cod. pen..

L’esercizio della facoltà di non rispondere non può più, pertanto, costituire comportamento colposo ai fini della riparazione.

Per la redazione della domanda per ottenere il risarcimento del danno subito dall’ingiusta detenzione è opportuno farsi assistere da un avvocato specializzato nell’ingiusta detenzione, il team di Avvocato Penalista H24 vanta esperienza in materia di riparazione per ingiusta detenzione. Contattaci per una consulenza legale.