Sei evaso dagli arresti domiciliari ? Un tuo parente è stato incolpato per evasione dagli arresti domiciliari? In questi casi puoi rivolgerti ad un Avvocato Assoluzione per Evasione.
Se sei imputato per un caso di evasione dagli arresti domiciliari puoi ricevere assistenza o consulenza legale, rivolgendoti ad Avvocato Penalista H24 che ti affiancherà un esperto e specializzato Avvocato Assoluzione per Evasione.
Quest’articolo, in pochi passaggi, ti spiegherà perché il Giudice Monocratico presso il Tribunale di Milano ha assolto un nostro assistito dall’accusa di evasione dagli arresti domiciliari.
Indice dei contenuti
Accusato di evasione
Il caso trattato dal Tribunale di Milano riguarda un nostro cliente sottoposto alla misura cautelare coercitiva personale degli arresti domiciliari in Milano, il quale, durante un controllo della Polizia Giudiziaria, non è stato reperito presso il suo domicilio.
Per questo motivo il soggetto si è ritrovato come imputato nel processo a suo carico per evasione dagli arresti domiciliari come previsto dall’art. 385 comma III del Codice Penale.
Vediamo allora come l’imputato, nostro cliente, tramite il suo avvocato assoluzione per evasione ha ottenuto l’assoluzione per evasione dagli arresti domiciliari.
Cosa prevede la condotta di evasione? Art. 385 cod. pen.
L’art. 385 cod. pen. prevede che chiunque, essendo legalmente arrestato o detenuto per un reato, evade è punito con la reclusione da sei mesi a un anno.
La pena è della reclusione da uno a tre anni se il colpevole commette il fatto usando violenza o minaccia contro le persone, ovvero mediante effrazione; ed è da tre a cinque anni se la violenza o minaccia è commessa con armi o da più persone riunite.
Le disposizioni precedenti si applicano anche all’imputato che essendo in stato di arresto nella propria abitazione o in altro luogo designato nel provvedimento se ne allontani, nonchè al condannato ammesso a lavorare fuori dello stabilimento penale.
Quando l’evaso si costituisce in carcere prima della condanna, la pena è diminuita.
Cosa deve intendersi per abitazione ai fini della condotta di evasione?
In ordine a cosa debba intendersi per abitazione al fine di assegnare rilevanza penale alla condotta dell’agente che se ne allontana, la Suprema Corte di cassazione ha con orientamento consolidato ritenuto che deve intendersi lo spazio fisico delimitato dall’unità abitativa in cui la persona conduce la propria vita domestica, con esclusione di ogni altra appartenenza (aree condominiali, dipendenze, giardini, cortili e spazi simili) che non sia di stretta pertinenza dell’abitazione e non ne costituisca parte integrante, al fine di agevolare i controlli di polizia sulla reperibilità dell’imputato, che devono avere il carattere della prontezza e della non aleatorietà.
In tal senso è stata ritenuta penalmente rilevante la condotta di soggetto che veniva sorpreso all’interno di un capannone che costituiva corpo autonomo e separato dall’abitazione in senso stretto (Sez. 2, n. 13825 del 17/02/2017, Guglielmi, Rv. 269744), così come significativa è stata ritenuta la presenza negli spazi comuni condominiali, condotta in conflitto con il fine primario e sostanziale della misura coercitiva degli arresti domiciliari di impedire i contatti con l’esterno ed il libero movimento della persona, quale mezzo di tutela delle esigenze cautelari (Sez. 6, n. 4830 del 21/10/2014, dep. 2015, P.M. in proc. Capkevica, Rv. 262155). Principi di diritto che delimitano l’autonomia di movimento della persona sottoposta a regime restrittivo domiciliare e che sono concordi nel ritenere che per abitazione debba intendersi solo quella direttamente occupata.
Strategia difensiva per assoluzione dall’accusa di evasione
L’imputato si difende tramite l’Avvocato Assoluzione per Evasione del team di AvvocatoPenalistah24.it dimostrando che, pur se sottoposto alla misura cautelare coercitiva personale degli arresti domiciliari, si era allontanato dal suo domicilio, solo per recarsi urgentemente al Pronto Soccorso per una colica renale.
In udienza, il difensore ha depositato il verbale di pronto soccorso. Alla visita in ospedale, infatti, il paziente-imputato presentava addome globoso e meteorico oltre che una temperatura corporea di 38 gradi.
La difesa ha dunque cercato di giustificare l’evasione dagli arresti domiciliari del proprio cliente proprio poiché si era recato al pronto soccorso più vicino per curare il suo malore. Per tale ragione l’avvocato assoluzione per evasione dello studio legale AvvocatoPenalistaH24.it chiedeva l’assoluzione dell’imputato ai sensi dell’art. 530 del codice di procedura penale.
Secondo l’accusa, invece, l’accesso al pronto soccorso era successivo all’intervento delle forze dell’ordine presso l’abitazione dell’imputato.
Infatti secondo l’iniziale prospettazione dell’accusa, l’imputato sarebbe stato avvisato del controllo in atto da un suo familiare e, solo per giustificare la sua assenza, si sarebbe successivamente recato al pronto soccorso.
Ma vediamo la sentenza del Giudice Monocratico presso il Tribunale di Milano.
Cosa ha deciso il Giudice?
Il Giudice Monocratico del Tribunale di Milano con sentenza n.12944 del 2019 ha assolto l’imputato per evasione poiché gli elementi acquisiti non consentivano di affermare la responsabilità penale dell’imputato in ordine al reato a lui ascritto.
Vediamo il motivo.
Dagli elementi acquisiti risulta che l’accesso della Polizia Giudiziaria presso l’abitazione dell’imputato è avvenuta alle ore 19.35 circa, mentre l’ingresso in ospedale dell’imputato è stato registrato alle 19.49. Quindi, 15 minuti dopo. Il tragitto tra casa dell’imputato e l’ospedale è percorribile in soli quindici minuti. È quindi plausibile che l’imputato si stesse recando al pronto soccorso: piena è la compatibilità degli orari segnalati dalla difesa.
Inoltre, elemento fondamentale che ha consentito l’assoluzione dell’imputato, è stato il risultato delle analisi effettuate presso il Pronto Soccorso. Gli esami avevano effettivamente riscontrato uno stato patologico dell’imputato e questo andava a riscontrare quanto dedotto dalla difesa: l’assistito non poteva mentire poiché non possono essere certamente alterati i risultati degli esami di laboratorio fatti dai medici del pronto soccorso.
Ciò vuol dire che l’imputato non stava mentendo e non aveva l’intenzione di evadere dagli arresti domiciliari: era effettivamente in stato patologico e andava curato. Si evince dunque che in questo processo le prove acquisite non consentivano di giungere con certezza ad una sentenza di colpevolezza, essendo possibile che l’imputato, pur essendosi oggettivamente allontanato dal suo domicilio, lo abbia fatto perché necessitava di cure mediche come del resto sostenuto dalla difesa.
Infine allora il difensore del nostro studio legale Avvocato Penalista H24 è riuscito ad ottenere l’assoluzione per l’imputato. Infatti il Giudice Monocratico del Tribunale di Milano assolveva l’imputato ai sensi dell’art. 530 del codice di procedura penale perché il fatto non costituisce reato.
Perché rivolgersi ad avvocato assoluzione evasione?
L’assoluzione per evasione è un risultato acquisibile solo con l’esperienza e la conoscenza approfondita delle norme. Nel caso trattato è stato importante conoscere la normativa sull’evasione e sapere quando lo stesso reato non sussiste per difetto della volontà di porre in essere l’evasione. Il Giudice ha creduto all’imputato ed al suo difensore perché sono stati depositati gli esami medici che confermavano la tesi della difesa. Tutto ciò ha comportato all’assoluzione dell’imputato. Per tale ragione bisogna affidarsi ad uno specializzato avvocato assoluzione per evasione.
Il Team di AvvocatoPenalistaH24.it si occupa da anni di difendere i propri clienti per evasione da pena coercitiva personale.
Leggi qui il caso trattato dal nostro studio legale. Il nostro operato ha luogo nelle maggiori città Italiane ove vi sono le nostre sedi legali.