La persona della quale è domandata l’estradizione può essere sottoposta a misure cautelari coercitive. Quando si applicano le misure coercitive in caso di estradizione?
Nel presente articolo commentiamo, in particolare, l’articolo 714 del codice di procedura penale: tale disposizione precisa che la presentazione di una domanda di estradizione non preclude la possibilità di applicare le misure coercitive o il sequestro del corpo del reato o delle cose pertinenti al reato per il quale è fatta richiesta di estradizione.
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Indice dei contenuti
Che cosa sono le misure coercitive?
Le misure coercitive, di cui fa parte l’arresto per estradizione, rientrano nella categorie delle misure cautelari.
Tali misure mirano a salvaguardare determinate esigenze dette per l’appunto “esigenze cautelari” che si distinguono in tre categorie: il pericolo di inquinamento probatorio; il pericolo di fuga; il pericolo di reiterazione ossia il pericolo che l’indagato/imputato commetta altri reati.
Arresto per estradizione: che cos’è la custodia cautelare in carcere?
La custodia cautelare in carcere è un provvedimento con il quale il Giudice ordina agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria che l’imputato (in questo caso estradando) venga catturato e immediatamente condotto in un istituto detentivo e rimanervi sino a disposizione dell’autorità giudiziaria. Tale misura cautelare è senza dubbio la più afflittiva per l’imputato, in quanto privativa della sua libertà personale.
Infatti il nostro ordinamento impone la suddetta misura in extrema ratio: viene quindi disposta dal Giudice solo qualora questi ritenga che le esigenze cautelari non possano essere assicurate con misure meno lesive della libertà personale.
La persona della quale è domandata l’estradizione può essere sottoposta a misure coercitive?
L’articolo 714 codice di procedura penale prevede che in ogni tempo la persona della quale è domandata l’estradizione può essere sottoposta, a richiesta del Ministro della Giustizia, a misure coercitive. Parimenti, in ogni tempo, può essere disposto, a richiesta del Ministro della Giustizia, il sequestro del corpo del reato e delle cose pertinenti al reato per il quale è demandata l’estradizione.
Inoltre tale disposizione precisa al comma 3° che le misure coercitive e il sequestro non possono essere disposti se vi sono ragioni di ritenere che, nel caso concreto, mancano le condizioni per emettere una sentenza favorevole all’estradizione: tale previsione normativa è fortemente garantista e mira a tutelare il diritto di libertà dell’estradato.
In sintesi, l’estradato è parificato alla persona dell’imputato in un procedimento penale italiano e dunque l’autorità giudiziaria valuta l’opportunità dell’applicazione di misure cautelari sulla base di criteri simili a quelli previsti per l’imputato.
Quali sono le misure cautelari che possono essere applicate all’estradando?
Le misure che possono essere applicate sono le seguenti:
- misure coercitive: custodiali (custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari, custodia cautelare in luogo di cura) e non custodiali (divieto di espatrio, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria);
- sequestro del corpo del reato;
- sequestro delle cose pertinenti al reato.
L’esigenza cautelare che si intende perseguire attraverso il ricorso a tali misure è quella del pericolo che l’estradato possa fuggire e di conseguenza sottrarsi alla consegna. Il pericolo di fuga deve essere motivatamente fondato su elementi concreti, ossia oggettivi ed effettivi e non su mere presunzioni.
Quali sono i presupposti per l’esecuzione di tali misure cutelari?
L’esecuzione di tali misure implica necessariamente la sussistenza di due presupposti:
- La richiesta del ministro della giustizia, premessa indispensabile per la legittimità della misura cautelare;
- La decisione favorevole dell’organo giurisdizionale, la competenza spetta alla Corte di Appello o alla Corte di Cassazione, in caso di impugnazione.
La misura coercitiva può essere revocata?
Le misure coercitive possono essere revocate per inutile decorso del tempo. Tale assunto trova fondamento nel fatto che la libertà individuale dell’estradando non può subire restrizioni se non all’interno di determinati limiti conosciuti o conoscibili dall’interessato e che sono costituiti dalla conclusione del procedimento a suo carico di fronte all’autorità giudiziaria.
Infatti la predetta normativa dispone che queste sono revocate se dall’inizio della loro esecuzione è trascorso un anno e in tale lasso temporale la Corte di appello competente non abbia emesso la sentenza favorevole all’estradizione, o in caso di ricorso per cassazione avverso tale sentenza, sia decorso un anno e sei mesi senza che il procedimento innanzi all’autorità giudiziaria si sia esaurito.
È bene precisare però che l’articolo 714 del codice di procedura penale prevede la possibilità, ad opera del procuratore generale, di richiedere la proroga dei predetti termini, anche per più volte (per un periodo complessivo non superiore a tre mesi) quando se ne ravveda la necessità, stante la particolare complessità degli accertamenti.
Per quanto concerne gli accertamenti di particolare complessità, la giurisprudenza ritiene che essi non possono consistere in un’attività investigativa da compiere nel territorio dello Stato, ma debbano necessariamente concretizzarsi nel reperimento di informazioni e documenti provenienti dallo Stato che intende ottenere l’estradizione al fine di valutare la fondatezza della domanda di estradizione presentata.
Inoltre, l’art. 714 comma 4 bis c.p.p. prevede, invece, la revoca delle misure coercitive trascorsi tre mesi dalla pronuncia della decisione favorevole del Ministro della giustizia sulla richiesta di estradizione senza che l’estradando sia stato consegnato allo Stato richiedente; la sospensione del suddetto termine dalla data di deposito del ricorso presentato al giudice amministrativo avverso la decisione del Ministro della giustizia, fino alla data di deposito della sentenza che rigetta il ricorso o della decisione che dichiara l’estinzione del giudizio, e comunque per un periodo non superiore a sei mesi.
Le misure coercitive sono revocate quindi anche se sono trascorsi tre mesi dalla pronuncia della decisione favorevole del Ministro di Giustizia sulla richiesta di estradizione senza che però l’estradando sia stato consegnato allo stato richiedente.
Perché rivolgersi ad un avvocato che abbia esperienza nell’arresto per estradizione?
La disciplina dell’estradizione è molto complessa e si sviluppa a più livelli normativi, nazionale, internazionale ed europeo. Qualora penda una procedura di estradizione è consigliabile farsi assistere da un avvocato che abbia esperienza nelle procedure di estradizione.
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