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Indice dei contenuti
Cosa prevede l’articolo 6 della CEDU?
L’articolo 6 della CEDU prevede che:
1. Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l’accesso alla sala d’udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o parte del processo nell’interesse della morale, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la protezione della vita privata delle parti in causa, o, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale, quando in circostanze speciali la pubblicità possa portare pregiudizio agli interessi della giustizia.
2. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata.
3. In particolare, ogni accusato ha diritto di:
(a) essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa formulata a suo carico;
(b) disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie a preparare la sua difesa;
(c) difendersi personalmente o avere l’assistenza di un difensore di sua scelta e, se non ha i mezzi per retribuire un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio, quando lo esigono gli interessi della giustizia;
(d) esaminare o far esaminare i testimoni a carico e ottenere la convocazione e l’esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
(e) farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua usata in udienza.
Articolo 6 CEDU
La violazione del giusto processo appare palese quando nel processo c’è stato – ad esempio – un evidente travisamento di prove ed il Giudice non ha creduto alla versione dell’imputato.
Quali sono le sentenze emesse dalla corte di europea sul punto?
In merito all’art. 6 comma 1 Cedu, degna di nota è la sent. 16 novembre 2017, Ilgar Mammadov c. Azerbaijan (n. 2), dove la Corte di Strasburgo ha proprio affermato l’iniquità di un procedimento in cui la condanna si è basata su prove travisate, con le obiezioni della difesa sistematicamente respinte in modo inadeguato e le sue richieste probatorie dichiarate inammissibili senza motivazione o con una motivazione manifestamente irragionevole.
Il giudice nazionale ha l’obbligo di osservare le sentenze emesse dal giudice europeo?
Si!
In Italia vige l’obbligo del giudice nazionale di interpretare la normativa interna in senso conforme alle previsioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, nel significato ad esse attribuito dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo (anche Corte cost. 24/10/2007 n. 349; Corte cost. 24/7/2009 n. 239), secondo il principio di legalità, sancito, in materia penale, dall’art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La violazione del giusto prcesso, quali aspetti riguarda?
Il Giudice Italiano deve osservare la norma sancita dall’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sia nei procedimenti penali che nei procedimenti civili nonché quelli amministrativi.
Infatti, il rispetto dei diritti, deve essere assicurato non solo per la libertà personale ma anche per la libertà patrimoniale.
In Giudici Italiani non possono emettere delle decisioni ingiuste nemmeno con riferimento a sequestri e confische di beni mobili o immobili.
Anche in questo caso, una confisca o un sequestro ingiusto, violerebbe il principio dell’equo processo e delle libertà patrimoniali.
Anche in questo caso potrai rivolgerti ad un Avvocato Equo Processo.
In materia di tutela del diritto di proprietà, può richiamarsi la sentenza del 9 maggio 2017, Eriomenco c. Repubblica di Moldavia e Russia, in cui la Corte europea riscontra una violazione – commessa dalla Russia, mentre si nega l’esistenza di una violazione a carico della Moldavia – sotto il profilo dell’art. 1 Prot. add. Cedu. Assieme alla condanna a pena detentiva, infatti, nel caso di specie il ricorrente aveva subito anche la confisca della propria casa di abitazione e delle partecipazioni da lui detenute nella società nell’ambito della quale il reato era stato commesso; tale misura, tuttavia, a giudizio dei giudici europei rappresentava un’ingerenza nel diritto di proprietà del ricorrente non conforme ai parametri di cui alla citata norma convenzionale, in quanto appariva radicalmente priva di una qualsiasi base legale.
Anche nel caso oggetto della sentenza del 9 maggio 2017, Paduret c. Repubblica di Moldavia e Russia, il ricorrente lamentava di aver subito l’illegittimo sequestro del proprio furgone e della merce ivi trasportata da parte delle autorità dell’autoproclamata “Repubblica Moldava di Transnistria”, nel cui possesso era rientrato solo dopo il pagamento di una multa. Anche in questo caso la Corte europea ha ritenuto che l’interferenza con il diritto di proprietà non fosse legittima secondo il diritto interno, in quanto verificatasi in assenza di una base legale.
Cosa succede se viene riscontrata nel mio caso la violazione del giusto processo?
Nel caso di vittoria del ricorso alla CEDU, è possibile ottenere l’annullamento della condanna ingiustamente patita in Italia attraverso l’istituto della cd. ‘revisione europea’ valevole per riaprire e ribaltare il processo ingiustamente subito in Italia.
Si può ricevere un risarcimento se c’è stata violazione di un processo equo?
Sì, è possibile ed è previsto dall’articolo 41 della CEDU.
Con l’articolo 41 CEDU sussiste la possibilità di accordare un’equa soddisfazione alla ricorrente ai sensi dell’art. 41 Cedu a fronte di una seria violazione sostanziale e procedurale dei diritti umani previsti dalla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo.
La ricorrente – con il presente motivo di doglianza – chiede a Codesta Ecc.ma Corte Europea dei diritti dell’Uomo di accordare una compensazione pecuniaria in relazione alla violazione convenzionale avanzando in questa sede una formale richiesta come previsto dall’art. 60 delle Rules of Court.
La Corte di Strasburgo ha riconosciuto la possibilità di accordare al ricorrente un’equa soddisfazione quando risultino integrate alcune condizioni così sintetizzabili:
- che si valuti se dal ricorso emerga l’intenzione di ottenere una compensazione in aggiunta al riconoscimento della violazione della Convenzione;
- che si accerti un collegamento tra la violazione e il danno non materiale patito;
- che vi siano stringenti motivi per accordare un’adeguata compensazione;
- che si valuti se vi sia una concreta possibilità per il ricorrente di ottenere una adeguata riparazione, nei termini di cui all’art. 41 Cedu, a livello nazionale.
Cosa puoi fare se hai subito un processo ingiusto?
Puoi presentare ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo con sede a Strasburgo anche con l’aiuto di un Avvocato Diritto Equo processo.
Leggi qui come fare il ricorso.
E’ importante rivolgersi ad un esperto avvocato diritto equo processo poiché la redazione del ricorso e l’individuazione delle violazioni patite in Italia non è una cosa semplice e c’è il rischio che il ricorso sia dichiarato inammissibile o, peggio, sia dichiarato irricevibile.
Considera inoltre che, se viene accertata una violazione dei diritti umani si può ottenere un risarcimento del danno ed anche il rimborso delle spese legali.
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