Corporate Tax Dubai: quali sono gli aspetti da considerare?

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Corporate Tax Dubai: quali sono gli aspetti da considerare?

Con il Decreto Legge n. 47 del 2022 è stata introdotta a Dubai la cd.  ‘Corporate Tax’, ovverosia la norma che introduce la tassazione sugli utili conseguiti dalle società che hanno sede negli Emirati Arabi Uniti.

In questo articolo ci proponiamo di effettuare una disamina che dia conto degli aspetti più importanti e problematici da considerare proprio con riferimento all’introduzione della sopracitata tassa.

Siamo uno studio legale internazionale che si occupa -tra l’altro- di seguire gli imprenditori che hanno deciso di aprire un’attività commerciale a Dubai e proponiamo dunque una assistenza legale e fiscale a 360 gradi affinché nulla venga lasciato al caso. 

Orbene, con l’introduzione della Corporate Tax, è opportuno che chi risiede negli Emirati Arabi Uniti abbia le idee molto chiare su tale tematica per non subire le sanzioni amministrative previste dalla legge emiratina che più tratteremo.  

Vediamo assieme quali sono gli articoli più importanti.

Quando si applica la ‘Corporate Tax’?

Ai fini della clausola 6 dell’articolo 11 della legge che ha introdotto la ‘Corporate Tax’, le imprese o le attività commerciali, condotte da una persona fisica residente o non residente, sono soggette all’imposta sulle società.

Il regime fiscale avrà effettiva applicazione dal 1° giugno del 2023.

Inoltre, secondo quanto previsto dall’art. 2 ‘Cabinet Decision’ n. 116 del 2022, la porzione di utile al di sotto della soglia che ammonta a 375.000 AED, non prevede tassazione e dunque, su predetto ammontare, non deve essere versato il 9% previsto dalla ‘Corporate Tax’.

Riportiamo qui un esempio al fine di rendere meglio comprensibile come effettuare il calcolo delle imposte.

Sono previste delle sanzioni per chi, in maniera del tutto artificiosa, suddivide il proprio business per farlo rientrare al di sotto della soglia sopra indicata.  

Ai fine del calcolo del fatturato totale non devono essere considerati -e dunque non concorrono a determinare il predetto fatturato totale nell’arco dell’anno solare gregoriano-:

  • gli stipendi;
  • gli utili derivanti da stipendi personali;
  • gli utili derivanti da investimenti immobiliari.

Attenzione però, la tassa di nuova introduzione, con riferimento ad attività commerciali poste in essere da persone fisiche (‘natural person’, dunque non da società) è dovuta solo se il fatturato totale derivato da tali soggetti superi l’ammontare di AED 1.000.000 (un milione di Dirham degli Emirati Arabi Uniti) entro un anno solare gregoriano (cfr. art. 2 Cabinet Decision 49 del 2023).

A quanto ammonta la Corporate tax?

La Corporate Tax ammonta al 9% sui profitti tassabili e deve essere versata dalle società che operano a Dubai (e negli Emirati Arabi Uniti), siano esse residenti oppure non nel territorio emiratino (cfr. art. 11.2 legge cit.).

Quando si parla di profitti tassabili (‘taxable income’), si fa riferimento a tutti i guadagni che provengono da soggetti residenti negli Emirati Arabi Uniti sia a quelli residenti al di fuori di detto Stato (cfr. art. 12 legge cit).

Chi deve versare la Corporate Tax?

Come detto, tutte le società residenti e non residenti negli Emirati Arabi Uniti che sono soggette all’imposta sulle società.

Ciò vale anche per le società che operano nelle cd. ‘Free Zone’ (cfr. art. 11.3 legge cit.): quindi, anche chi attraverso società con sede a Dubai intrattiene rapporti commerciali con persone residenti all’estero, è obbligato a versare la predetta tassa recentemente introdotta.

Stesso dicasi per una persona fisica (dunque non una società) che conduce un’attività commerciale negli Emirati Arabi Uniti: possiamo fare l’esempio di chi gode del visto ‘freelance’ ed è dunque soggetto al versamento della corporate tax alla medesima maniera. 

È bene ricordare che -secondo l’art. 4 del Decreto Legge 47 del 2022- ci sono alcune entità che non sono soggette alla Corporate Tax.

Le persone esenti sono le seguenti (elenco non esaustivo):

  • a) Un ente governativo.
  • b) Un’entità controllata dal governo.
  • c) Una persona impegnata in un’attività estrattiva, che soddisfa le condizioni dell’articolo 7 del decreto legge citato.
  • d) Una persona impegnata in un’attività non estrattiva di risorse naturali, che soddisfa le condizioni dell’articolo 8 del decreto legge.
  • e) Un ente di pubblica utilità qualificato ai sensi dell’articolo 9 del decreto legge.
  • f) Un Fondo di investimento qualificato ai sensi dell’articolo 10 del decreto-legge.
  • g) Un fondo pensionistico o di previdenza sociale pubblico, o un fondo pensionistico o di previdenza sociale privato soggetto al controllo regolamentare dell’autorità competente dello Stato e che soddisfa qualsiasi altra condizione che possa essere prescritta dal Ministro.
  • h) Una persona giuridica costituita nello Stato che è interamente posseduta e controllata da una Persona Esente specificata nei paragrafi (a), (b), (f) e (g) della Clausola 1 del presente Articolo e svolge una delle seguenti attività:
  • Intraprende parte o tutta l’attività della Persona Esente.
  • Si impegna esclusivamente a detenere beni o investire fondi a beneficio della Persona Esente.
  • Svolge esclusivamente attività accessorie a quelle svolte dal Soggetto Esente.
  • i) Qualsiasi altra Persona che può essere determinata in una decisione emessa dal Consiglio dei Ministri su suggerimento del Ministro.

Appare utile inoltre chiarire che la persona fisica che non svolge un’attività o un’attività commerciale soggetta all’imposta sulle società ai sensi della legge emiratina non è tenuta a registrarsi per l’imposta sulle società (cfr. art. 2.3 Cabinet Decision 49 del 2023).

Quali sono le regole generali per determinare il profitto tassabile soggetto alla Corporate Tax?

Il reddito imponibile di ciascun contribuente è determinato separatamente sulla base di adeguati bilanci individuali predisposti ai fini della rendicontazione finanziaria in conformità ai principi contabili accettati nello Stato degli Emirati Arabi Uniti.

Il reddito imponibile per un periodo fiscale sarà il reddito contabile per quel periodo; all’interno del reddito imponibile non vanno inserite alcune passività che incidono sul reddito tassabile come ad esempio le perdite, le spese che possono essere dedotte, gli stipendi etc.

Quali sono i profitti che NON vanno inclusi nel reddito tassabile?

I profitti che non vanno inclusi nel reddito tassabile sono elencati all’articolo 22 del Decreto Legge 47 del 2022.

Essi sono:

  • Dividendi e altre distribuzioni di utili ricevuti da una Persona giuridica;
  • Dividendi e altre distribuzioni di utili ricevuti da una partecipazione in una persona giuridica straniera come specificato nell’articolo 23 del presente decreto legge.
  • Qualsiasi altro reddito derivante da una partecipazione come specificato nell’articolo 23 del presente decreto legge.
  • Redditi di una stabile organizzazione estera che soddisfa la condizione di cui all’articolo 24 del presente decreto legge.
  • Redditi derivanti da una persona non residente dalla gestione di aeromobili o navi nel trasporto internazionale che soddisfano le condizioni dell’articolo 25 del presente decreto legge.

Il reddito tassabile, inoltre, deve tenere conto delle spese deducibili.

Quali sono le spese deducibili?

Il Decreto Legge chiarisce che le spese sostenute dal contribuente integralmente ed esclusivamente ai fini dell’esercizio dell’impresa, che non abbiano natura patrimoniale, sono deducibili nel periodo d’imposta in cui sono sostenute.

Appare opportuno chiarire che ai fini del calcolo del reddito imponibile di un periodo d’imposta non sono ammessi in detrazione:

a) Spese non sostenute ai fini dell’attività del contribuente.

b) Spese sostenute per ricavare il reddito esente.

c) Perdite non connesse o derivanti dall’attività del contribuente.

d) Altre spese che possono essere specificate in una decisione emessa dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro.

Se le spese sono sostenute per più di uno scopo, è consentita una detrazione per:

a) Qualsiasi parte o proporzione identificabile della spesa sostenuta interamente ed esclusivamente ai fini della determinazione del reddito imponibile.

b) Una proporzione adeguata di qualsiasi parte o proporzione non identificabile delle spese sostenute ai fini della determinazione del reddito imponibile che è stata determinata su una base equa e ragionevole, tenendo conto dei fatti e delle circostanze rilevanti dell’attività del soggetto passivo.

Il contribuente può detrarre il 50% (cinquanta per cento) delle spese per spettacoli, divertimenti o attività ricreative sostenute durante un periodo d’imposta (cfr. art. 32 ‘entertainment expenditure’).

Quanto detto si applica a qualsiasi spesa sostenuta allo scopo di ricevere e intrattenere clienti, azionisti, fornitori o altri partner commerciali del soggetto passivo, comprese, ma non limitate a, spese relative a uno qualsiasi dei seguenti:

a) Pasti.

b) Alloggio.

c) Trasporti.

d) Tasse di ammissione.

e) Strutture e attrezzature utilizzate in relazione a tali intrattenimenti, divertimenti o attività ricreative.

f) Altre spese specificate dal Ministro.

Appare non inutile sottolineare che un pagamento o un vantaggio fornito dalla società ad un suo dipendente o direttore (che può essere anche il CEO o shareholders) è deducibile solo se e nella misura in cui il pagamento o il vantaggio corrisponde al valore di mercato del servizio, vantaggio o altrimenti fornito da quest’ultimo a vantaggio della persona giuridica (la società). 

Il pagamento o il vantaggio fornito al dipendente, per essere deducibile, deve essere sostenuti interamente ed esclusivamente ai fini dell’attività posta in essere dalla società.

Anche lo stipendio elargito al dipendente è deducibile: chiariamo meglio questo punto.

Lo stipendio elargito in favore di un dipendente rappresenta una spesa deducibile oppure no?

La risposta è senza dubbio di carattere affermativo: lo stipendio è una spesa deducibile che non concorre a determinare il reddito imponibile sulla cui base va calcolato il 9% relativo alla ‘Corporate Tax’.

Chiaramente, il predetto stipendio, deve corrispondere al valore di mercato del servizio prestato dal dipendente in favore della società: è ovvio che lo stipendio non può eccedere tale valore medio e dunque lo stesso non può essere aumentato a dismisura al solo fine di abbassare il reddito imponibile.  

Come sopra già riportato, quanto detto, è rinvenibile all’interno del Cabinet Decision n. 49 del 2023.

Quali sono invece le spese NON deducibili?

L’art. 33 del Decreto Legge citato prevede un elenco di spese che non sono deducibili.

Le spese non deducibili sono:

1. Donazioni, sovvenzioni o regali fatti a un ente che non sia un ente di pubblica utilità qualificato.

2. Multe e penalità, diverse dalle somme riconosciute a titolo di risarcimento del danno o inadempimento contrattuale.

3. Tangenti o altri pagamenti illeciti.

4. Dividendi, distribuzioni di utili o benefici di natura simile pagati a un proprietario del contribuente.

5. Somme prelevate dall’Azienda da una persona fisica che è un soggetto passivo ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera c), del presente decreto legge o da un socio di una società di persone senza personalità giuridica.

6. Imposta sulle società imposta al soggetto passivo ai sensi del presente decreto legge.

7. Imposta sul valore aggiunto imputata a un soggetto passivo, recuperabile ai sensi del decreto legge federale n. (8) del 2017, menzionato nel preambolo e ciò che lo sostituisce.

8. Imposte sui redditi gravanti sul contribuente fuori dello Stato.

9. Altre spese specificate nella decisione emessa dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro.

Qual è la valuta di riferimento per quantificare le spese e redigere i documenti?

Tutte le operazioni commerciali, i pagamenti, le spese (etc.), devono essere quantificate nella valuta locale degli Emirati Arabi Uniti, ovverosia il ‘Dirham’ (AED).

Qualsiasi importo quantificato in un’altra valuta dovrà essere convertito al tasso di cambio applicabile stabilito dalla Banca Centrale degli Emirati Arabi Uniti, fatte salve le eventuali condizioni che potranno essere prescritte in una decisione emessa dall’Autorità.

Quindi, ad esempio, una fattura deve essere emessa con valuta in Dirham e non in Euro, la dichiarazione annuale relativa agli incassi nonché i costi sostenuti, alla stessa maniera, deve essere compilata con la valuta locale degli Emirati Arabi Uniti.  

Quando deve intervenire il pagamento della Corporate Tax?

Il soggetto passivo deve saldare l’imposta dovuta sulle società ai sensi del decreto legge entro (9) nove mesi dalla fine del periodo fiscale in questione, o entro altra data determinata dall’Autorità.

Ai fini del decreto legge che ha introdotto la Corporate Tax, l’anno finanziario di un soggetto passivo è l’anno solare gregoriano o il periodo di dodici mesi per il quale il soggetto passivo redige il bilancio.

Qualsiasi soggetto passivo, inoltre, deve registrarsi per l’imposta sulle società presso l’Autorità nella forma, nei modi e nei termini prescritti dall’Autorità e ottenere un numero di registrazione fiscale.

La società deve conserva tutti i registri e i documenti per un periodo di (7) sette anni successivi alla fine del periodo fiscale a cui si riferiscono e deve obbligarsi a:

a) Supportare e condividere le informazioni da fornire nella dichiarazione dei redditi o in qualsiasi altro documento da depositare presso l’Autorità.

b) Consentire all’Autorità un agevole accertamento del reddito imponibile del soggetto passivo.

Quali sono le violazioni e le penalità previste dal decreto legge se non si osservano le norme sulla Corporate tax?

Una persona può essere soggetta ad un accertamento dell’imposta sulle società in conformità con la legge sulle procedure fiscali e le decisioni emesse dal Governo degli Emirati Arabi Uniti.

Nonostante le disposizioni della legge sulle procedure fiscali e le decisioni emesse in attuazione delle sue disposizioni, l’Autorità può prescrivere le circostanze e le condizioni in cui un accertamento dell’imposta sulle società può essere richiesto da un soggetto passivo o emesso dall’Autorità.

La legge sulle procedure tributarie negli Emirati Arabi Uniti determina le sanzioni e le ammende rilevanti ai fini dell’attuazione del presente decreto-legge.

La decisione n. 75 del 2023 le riporta e notiamo che afferiscono a violazioni di carattere amministrativo: le somme che si riportano nella tabella sottostante ed afferenti alle penalità da corrispondere devono intendersi in Dirham degli Emirati Arabi Uniti.

Vediamo adesso quali sono le sanzioni e quali sono le penalità da pagare.

1.Mancata tenuta da parte della persona che conduce un’impresa o un’attività commerciale o che ha un obbligo fiscale ai sensi della legge sulle procedure fiscali o della legge sull’imposta sulle società, dei registri richiesti e delle altre informazioni specificate nella legge sulle procedure fiscali e sulla legge sull’imposta sulle società.Si applica una delle seguenti sanzioni: 
1. 10.000 per ogni violazione.2. 20.000 in ogni caso di ripetizione violazione entro 24 mesi dalla data dell’ultima violazione.
2.Mancata presentazione da parte della persona che conduce affari o attività commerciale o che ha un obbligo fiscale ai sensi della legge sulle procedure fiscali o della legge sull’imposta societaria, all’Autorità di dati, registri e documenti relativi alle imposte in arabo quando richiesto.5.000
3.Mancata presentazione da parte del registrante di una domanda di cancellazione entro il termine specificato nella legge sull’imposta sulle società e nelle sue decisioni di attuazione.1.000 in caso di tardiva presentazione della domanda e nella stessa data mensilmente, fino ad un massimo di 10.000.
4.Mancata informazione da parte del Registrante all’Autorità di qualsiasi caso che possa richiedere la modifica delle informazioni relative al suo registro fiscale conservato dall’Autorità.Si applica una delle seguenti sanzioni: 1. 1.000 per ogni violazione.2. 5.000 in ogni caso di ripetizione violazione entro 24 mesi dalla data dell’ultima violazione.
5.Mancata comunicazione da parte del Legale Rappresentante della propria nomina nei termini indicati, nel qual caso le sanzioni saranno dovute con fondi propri del Legale Rappresentante.1.000
6.Mancata presentazione della dichiarazione tributaria da parte del legale rappresentante, in tal caso le penali saranno dovute con fondi propri del Legale Rappresentante.1. 500 per ogni mese, o frazione di esso, per i primi dodici mesi.2. 1.000 per ciascun mese, o frazione, dal tredicesimo mese in poi.Tale sanzione viene irrogata dal giorno successivo alla scadenza del termine entro il quale deve essere presentata la dichiarazione dei redditi, e successivamente dallo stesso giorno mensilmente.
7.Mancata presentazione della dichiarazione dei redditi da parte del dichiarante entro il termine specificato nella legge sull’imposta sulle società.1. 500 per ogni mese, o frazione di esso, per i primi dodici mesi.2. 1.000 per ciascun mese, o frazione, dal tredicesimo mese in poi.Tale sanzione viene irrogata dal giorno successivo alla scadenza del termine entro il quale deve essere presentata la dichiarazione dei redditi, e successivamente dallo stesso giorno mensilmente.
8.Mancato pagamento dell’imposta dovuta da parte del contribuente.1. Una penalità mensile del 14% annuo, per ogni mese o parte di esso, sull’importo dell’imposta dovuta non saldata a partire dal giorno successivo alla data di scadenza del pagamento e successivamente nella stessa data mensilmente.2. Ai fini della presente sanzione fa fede la data di scadenza del pagamento nel caso diLa divulgazione volontaria e l’accertamento fiscale saranno le seguenti:a. 20 giorni lavorativi dalla data di presentazione, in caso di divulgazione volontaria.b. 20 giorni lavorativi dalla data di ricevimento, nel caso di un accertamento fiscale.
9.Il Registrante presenta una dichiarazione dei redditi errata.500, a meno che la Persona non corregga la propria dichiarazione dei redditi prima della scadenza del termine o della presentazione della dichiarazione dei redditi ai sensi della legge sull’imposta sulle società.
10.La presentazione di una comunicazione volontaria da parte del contribuente in relazione ad errori nella dichiarazione dei redditi, nell’accertamento delle imposte o nella richiesta di rimborso delle imposte ai sensi delle clausole (1) e (2) dell’articolo (10) della legge sulle procedure fiscali.Una penalità mensile pari all’1% sulla differenza d’imposta, per ciascun mese o frazione di esso, da applicarsi a partire dal giorno successivo alla scadenza della relativa dichiarazione dei redditi, alla presentazione dell’istanza di rimborso dell’imposta o alla notifica dell’accertamento fiscale e fino alla data di presentazione della Voluntary Disclosure.
11.La mancata presentazione da parte del contribuente di una comunicazione volontaria in relazione ad errori nella dichiarazione dei redditi, nell’accertamento delle imposte o nella richiesta di rimborso delle imposte ai sensi delle clausole (1) e (2) dell’articolo (10) della legge sulle procedure fiscali, prima di essere notificata da all’Autorità che sarà sottoposto a verifica fiscale.Si applicano le seguenti sanzioni:1. Una sanzione fissa del 15% dell’imposta.Differenza.2. Una penalità mensile dell’1% sull’impostaDifferenza, per ogni mese o frazione, da applicarsi come segue:a. Dove il soggetto passivo si sottomettecomunicazione volontaria dopo la notifica che sarà sottoposta a verifica fiscale da parte dell’Autorità, la sanzione sarà irrogata per il periodo che decorre dal giorno successivo alla data di scadenza della relativa dichiarazione dei redditi, o alla presentazione dell’istanza o della notifica di rimborso dell’imposta. dell’Accertamento Fiscale e fino alla data di presentazione della Voluntary Disclosure.b. Qualora il soggetto passivo non presenti l’informativa volontaria, la sanzione sarà irrogata a decorrere dalla data successiva alla scadenza della relativa dichiarazione dei redditi, ovvero alla presentazione dell’istanza di rimborso o della notifica dell’accertamento fiscale e fino alla data di emissione dell’accertamento tributario.
12.La mancata offerta di agevolazioni al revisore fiscale da parte di una persona sottoposta a controllo fiscale, del suo agente fiscale o del suo rappresentante legale in violazione delle disposizioni dell’articolo (20) della legge sulle procedure fiscali, nel qual caso le sanzioni saranno dovute dalla persona, Fondi propri del rappresentante legale o dell’agente fiscale, a seconda dei casi.20,000
13.Mancata presentazione da parte di una persona o presentazione tardiva di una dichiarazione all’Autorità, come richiesto in conformità con le disposizioni della legge sull’imposta sulle società.1. 500 per ogni mese, o frazione di esso, per i primi dodici mesi.2. 1.000 per ciascun mese, o frazione, dal tredicesimo mese in poi.Tale sanzione sarà irrogata dal giorno successivo alla data di scadenza del termine entro il quale dovrà essere presentata la Dichiarazione, e successivamente dalla stessa data mensilmente.

Alla luce di quanto sopra riportato, diversamente da quanto avviene in Italia, non vi sono violazioni che determinano la nascita di un procedimento penale a carico di chi non osserva le disposizioni emesse dal Governo Emiratino con riferimento all’introduzione della Corporate Tax. 

Come possiamo aiutarti per problematiche afferenti la ‘Corporate Tax’ introdotta a Dubai?

Siamo uno studio legale internazionale che lavora negli Emirati Arabi Uniti e, precisamente, proprio a Dubai.

Seguiamo moltissimi imprenditori che con le loro aziende hanno deciso di trasferirsi a Dubai per sfruttare le opportunità che il medio oriente riserva. 

Possiamo supportarti nella gestione fiscale negli Emirati Arabi Uniti affinché la tua azienda possa evitare di incorrere in problematiche sia a Dubai che in Italia (quali ad esempio l’esterovestizione).

Nel caso tu volessi una consulenza non esitare a contattarci attraverso il modulo di contatto che trovi qui sotto.

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