Estradizione Madre di Figlio Minore | È possibile?

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Estradizione Madre di Figlio Minore | È possibile?

Avvocato Penalista H24 nell’articolo che segue analizzerà la sentenza n. 1677/2020 pronunciata dalla VI sezione della Corte di Cassazione. Qui viene affrontata la problematica inerente la possibilità di concedere l’estradizione di una madre con figlio minore.

Vuoi conoscere quando in caso di madre con figlio minore l’estradizione viene vietata? Ti interessa sapere se la presenza di un minore può bloccare l’estradizione della madre? Se la risposta è positiva, allora leggi questo articolo!

Se sei una madre con figli minori ed è stata richiesta la tua estradizione, puoi chiedere assistenza o consulenza legale ad Avvocato Penalista H24. Il nostro studio vanta esperienza in tema di estradizione di madri con figlio minore e può fornirti la soluzione più appropriata al tuo caso. Avvocato Penalista H24 ha già prestato la propria attività difensiva in diversi casi di estradizione. Avvocato Penalista nei precedenti articoli si è occupato di altre ipotesi in cui l’estradizione è vietata.

Quando opera il divieto di estradizione per una madre con figlio minore?

Il caso oggetto della sentenza n. 1677/2020

Veniva presentato ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello di Brescia la quale concedeva l’estradizione in Albania di una madre con figlio minore. La decisione violava il divieto di estradizione di una madre con figlio minore previsto dall’articolo  18 lettera s) della legge numero 69/2005 (oggi lettera p, dopo le modifiche apportate al testo legislativo con la recentissima legge n. 117 del 4 ottobre 2019) .

Nello specifico, veniva eccepito come il divieto di estradizione in presenza di una madre con figlio minore previsto dall’articolo 18 lettera p) della legge 69/2005 in tema di mandato di arresto europeo, dovesse avere una portata generale anche alla luce di un interesse generale e preminente di tutela dell’interesse del minore sancito anche dalla Convenzioni europee ed internazionali poste a tutela dei minori.

L’articolo 18 lettera s) della legge 69/2005. Cosa prevede?

L’articolo 18 cit. sancisce: se la persona richiesta in consegna è una donna incinta o madre di prole di età inferiore a tre anni con lei convivente, salvo che, trattandosi di mandato d’arresto europeo emesso nel corso di un procedimento, le esigenze cautelari poste a base del provvedimento restrittivo dell’autorità giudiziaria emittente risultino di eccezionale gravità.

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 1677/2020 ribadisce che la suddetta disposizione “trova il proprio esclusivo campo di applicazione nell’ambito della procedura inerente al mandato d’arresto europeo” e che “è effettivamente espressione di un principio generale avente cittadinanza nel vigente ordinamento e riconducibile alla primaria esigenza di tutela dell’interesse del minore, riconosciuta del resto a livello internazionale dalla Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva in Italia dalla L. 27 maggio 1991, n. 176, così come dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, adottata il 7 dicembre 2000, oltre che in molteplici settori della normativa interna, in materia di disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione, di esecuzione della pena, di trattamento penitenziario e di cautela personale”.

Il bilanciamento di interessi secondo la Corte Costituzionale

La Suprema Corte ritiene di conformarsi al principio espresso dalla Corte Costituzionale (da ultimo nella sentenza numero 76 del 2017) in tema di detenzione domiciliare speciale, quando la condannata è donna incinta o madre di prole di età inferiore ad anni dieci con lei convivente, in virtù del quale  l’interesse del figlio in tenera età a fruire in modo continuativo dell’affetto e delle cure materne non può sottrarsi in assoluto ad un possibile bilanciamento con interessi contrapposti aventi anch’essi rango costituzionale, quali sono quelli di difesa sociale, sottesi alla necessaria esecuzione della pena inflitta al genitore in seguito alla commissione di un reato. Lo stesso avviene se il condannato è il padre, quando la madre è deceduta o assolutamente impossibilitata a dare assistenza alla prole.

La decisione della Corte di Cassazione

I giudici della legittimità nella sentenza n. 1677/2020 stabiliscono che “non costituisce condizione ostativa all’estradizione la circostanza che l’ordinamento dello Stato richiedente preveda per l’esecuzione delle pene detentive forme di tutela a favore della madre di prole in tenera età non corrispondenti a quelle previste dall’ordinamento italiano: è infatti sufficiente che siano previste disposizioni comunque funzionali a preservare l’integrità psicofisica del minore, oltre che del genitore e della stessa famiglia”.

Quindi, in caso di richiesta di estradizione di una madre, la presenza di un figlio minore non impedisce una sentenza favorevole all’estradizione ma nell’interesse del bambino è necessario ricevere informazioni sulla disciplina dello Stato richiedente in ordine al trattamento penitenziario riservato alle madri detenute con prole infantile.

E se lo Stato richiedente adotta un sistema di tutela di tali situazioni realizzato secondo differenti e peculiari modalità, ciò consente comunque una pronuncia favorevole all’estradizione, purché venga salvaguardata l’integrità psicofisica non solo del minore, che altrimenti resterebbe privato del rapporto affettivo con la madre in una fase delicata della sua esistenza, ma dello stesso genitore e dell’intera famiglia.

Al fine garantire la verifica dell’assenza della condizione ostativa,  la Corte d’Appello competente deve attivarsi chiedendo le informazioni in ordine alla disciplina penitenziaria applicata dallo Stato richiedente l’estradizione della madre con figlio minore.

Nel caso di specie, la Corte di Appello di Brescia si era attivata per accertare le condizioni di detenzione dello Stato Albanese e per verificare lo specifico trattamento penitenziario cui sarebbe stata sottoposta la donna e l’esistenza di sistemi di tutela del minore. Alla luce di tanto la Corte di Cassazione rigettava il ricorso.

Perché rivolgersi ad un avvocato esperto in estradizione di madri con figlio minore?

La disciplina dell’estradizione è molto complessa e si sviluppa a più livelli normativi, nazionale, internazionale ed europeo. Se pende una procedura di estradizione è consigliabile farsi assistere da un avvocato che abbia esperienza nelle procedure di estradizione.

Avvocato Penalista H24 ha già risolto diversi casi di estradizione da e per l’Italia e si è già occupato in altri articoli della materia dell’estradizione.

Se sei madre di un minore ed è stata emessa una sentenza di estradizione nei tuoi confronti e vuoi sapere se e quando opera il divieto di estradizione, puoi chiedere assistenza o consulenza legale ad Avvocato Penalista H24 che si è già occupato di casi di estradizione madre figlio minore.

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