Truffa online: come siamo riusciti a recuperare i soldi all’estero?

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Truffa online: come siamo riusciti a recuperare i soldi all’estero?

Il nostro cliente, un’importante società finanziaria con sede a Dubai (EAU), si rivolgeva al nostro studio legale in quanto aveva bisogno di una consulenza legale nell’ambito di una procedura di arbitrato internazionale che la vedeva coinvolta.

Una volta che la Società ci consegnava tutti i documenti sulla base dei quali si fondava la procedura di arbitrato, dopo che i nostri avvocati procedevano ad uno studio approfondito degli stessi, ci accorgevamo immediatamente che c’erano molti punti oscuri in quella procedura e che, probabilmente, si trattava di una truffa online che la Società aveva subito.

Il problema, in questo caso, è che la Società da noi assistita aveva già consegnato degli ingenti capitali all’altra Società che la stava truffando e quindi, in assenza di un intervento immediato da parte nostra, sarebbe stato assolutamente concreto il rischio di perdere tutti i soldi consegnati.

Devi sapere, infatti, che nell’ambito delle truffe online una delle cose più importanti è quella di riuscire a comprendere in tempo di essere vittima di una truffa e di procedere immediatamente con azioni legali, al fine di evitare che con il passare del tempo i capitali possano andare dispersi.

Nel caso dei nostri clienti, nonostante gli stessi ancora non si fossero accorti di essere vittime di una truffa online, hanno pensato bene di rivolgersi ad avvocati con esperienza nell’ambito delle truffe online, i quali li hanno indirizzati al meglio per procedere con delle azioni legali mirate, tese a tutelare il patrimonio che gli stessi avevano consegnato e ad evitare che i capitali potessero andare dispersi.

Se vuoi sapere come abbiamo fatto a recuperare tutti i soldi che la società da noi assistita ha consegnato, allora ti consiglio di continuare a leggere questo articolo nel quale ti spiego nel dettaglio quali sono state le modalità della truffa, le azioni che abbiamo perseguito e come abbiamo ottenuto la restituzione dei soldi per la truffa online.

La modalità della truffa

Come ti dicevo in precedenza, il nostro cliente era un’importante società finanziaria con sede a Dubai (EAU) la quale, in quel periodo, era alla ricerca di un finanziamento per reperire dei fondi che le sarebbero stati necessari per degli ambiziosi progetti che voleva realizzare.

A tal fine, quindi, procedeva a contattare una Società che, sulla base di quanto verificato online, aveva delle ottime referenze per questi tipi di finanziamenti e che, avendo dei contatti diretti con le banche, le avrebbe permesso di ottenere in breve tempo il finanziamento per l’intera somma richiesta.

Pertanto, una volta instaurati i primi contatti tra le due Società, ed una volta venutosi a creare un clima di reciproca fiducia, la Società che proponeva il finanziamento faceva firmare alla nostra assistita due contratti:

  1. Con il primo contratto (principale) venivano pattuiti tutti gli aspetti inerenti il finanziamento, le modalità di ottenimento dello stesso, gli oneri a cui sarebbero andati incontro le parti e le modalità di risoluzione delle controversie;
  2. Con il secondo contratto (accessorio), invece, venivano stabiliti semplicemente i rapporti tra le parti per la sola attività di intermediazione, stabilendo in questo caso delle differenti modalità di risoluzione delle controversie.

Infatti, con il contratto “principale”, veniva stabilito che le controversie tra le parti sarebbero dovute essere risolte sulla base di una procedura arbitrale da tenersi in un luogo “neutrale”, che il collegio arbitrale che avrebbe deciso la controversia sarebbe stato composto da tre arbitri, nominati da entrambe le parti, e sulla base di un regolamento internazionale applicato convenzionalmente in numerosissime procedure di arbitrato internazionale.

Con il contratto “accessorio”, invece, veniva stabilito che le controversie tra le parti sarebbero dovute essere risolte da un arbitro unico, con sede nello stesso luogo in cui aveva la sede legale la Società che proponeva il finanziamento, e sulla base dell’equità.

Chiaramente, sin dal primo momento appariva assolutamente evidente lo squilibrio che c’era tra questi due contratti per quanto riguarda la modalità di risoluzione delle controversie anche se, nello specifico, era un aspetto al quale non si dava particolare importanza dal momento che, la Società da noi assistita, non pensava di poter essere vittima di una truffa online, anche alla luce delle ottime referenze che aveva reperito online sulla Società che gli proponeva il finanziamento.

Una volta stipulati i contratti, quindi, la Società che proponeva il finanziamento, così come previsto dal contratto, faceva emettere una ”lettera di credito inter-bancaria” in favore della Banca della società assistita dal nostro studio legale, attraverso la quale la banca si impegnava al versamento dell’intero finanziamento richiesto dalla nostra cliente.

Una volta emessa detta “lettera di credito”, tuttavia, questa lettera non veniva mai riconosciuta dalla Banca della Società assistita dal nostro studio legale la quale, nello specifico, invitava l’altra banca a prendere contatti con la stessa per definire la procedura.

Chiaramente l’altra Banca (che in realtà banca non era) non procedeva mai in questo senso, facendo incorrere la Società da noi assistita nelle scadenze previste dal contratto che aveva firmato.

A questo punto, quindi, la Società che aveva proposto il finanziamento, contestando alla Società da noi assistita di essere venuta meno ai propri obblighi previsti dal contratto, iniziava una procedura di arbitrato nei confronti della Nostra cliente, tuttavia, detta procedura di arbitrato, non veniva intrapresa innanzi all’arbitro previsto dal contratto “principale”, bensì innanzi all’arbitro previsto nel contratto “accessorio”.

Con questa procedura di arbitrato la Società che aveva proposto il finanziamento chiedeva la condanna della Società assistita dal nostro studio legale, richiedendo di ottenere la riscossione delle somme poste a garanzia del contratto da parte della Nostra cliente.

La Società con sede a Dubai, quindi, si rivolgeva al nostro studio legale internazionale per ottenere assistenza legale nell’ambito della procedura di arbitrato, non immaginando, invece, di essere vittima in una truffa online.

Come ci siamo accorti della truffa online

Come ti dicevo in precedenza, neanche la Società nostra cliente si era accorta di essere stata vittima di una truffa online, ritenendo semplicemente assurda l’intera situazione, ma non volendo perdere gli ingenti capitali che aveva consegnato a garanzia del contratto di finanziamento.

Devi sapere, infatti, che molto spesso, nell’ambito delle truffe online, la vittima della truffa neppure si accorge di essere stata truffata, perdendo degli ingenti capitali che, chiaramente, non saranno mai più restituiti in assenza di immediate azioni legali.

Nel caso della Società da noi assistita, quindi, la stessa voleva semplicemente essere assistita per il procedimento di arbitrato, non ritenendo giusto che la competenza a decidere la controversia si fosse radicata sull’arbitro previsto nel contratto “accessorio” (e non su quello previsto nel contratto “principale”), temendo in tal modo di perdere tutto il capitale dato a garanzia del contratto.

Il procedimento arbitrale veniva seguito dagli avvocati Vincenzo Ezio Esposito ed Ismaele Brancaccio i quali, chiaramente, si mettevano immediatamente a lavoro per cercare di recuperare i capitali consegnati in garanzia dalla Nostra cliente.

Se vuoi sapere chi sono i nostri avvocati e conoscere le loro competenze professionali ti consiglio di leggere qui.

Una volta che ci veniva consegnata tutta la documentazione, quindi, alla luce anche degli strettissimi termini che venivano imposti dall’arbitro designato a decidere la controversia, i nostri avvocati procedevano a richiedere un termine per procedere allo studio di tutta la documentazione, eccependo la competenza dell’arbitro a decidere la controversia, alla luce del fatto che vi fosse un contratto “principale” che prevedeva una diversa competenza in capo ad un collegio arbitrale internazionale, con sede in un luogo “neutrale”, che avrebbe dovuto decidere la controversia sulla base di un regolamento internazionale convenzionalmente usato da moltissime Società per dirimere le controversie.

Chiaramente, così come ti spiegherò in seguito, la nostra richiesta veniva respinta dall’arbitro il quale, tuttavia, ci assegnava un termine più ampio per poter affrontare il procedimento arbitrale, permettendoci in tal modo di fare delle indagini e di difendere al meglio la Società nostra cliente.

Questa è la comunicazione con la quale l’arbitro ci rappresentava la sua volontà di decidere la controversia, dandoci tuttavia un ulteriore termine per procedere alla redazione di una memoria difensiva.

truffa online controversia

Le indagini fatte dai nostri avvocati

Una volta che siamo riusciti ad ottenere un termine più ampio per tutelare i diritti della Società da noi assistita, quindi, abbiamo intrapreso un enorme studio sulla documentazione che ci veniva consegnata, nonché uno studio mirato sulla Società che aveva proposto il finanziamento, non essendo ben chiare le ragioni che avevano spinto detta Società ad intraprendere la procedura di arbitrato.

Ebbene, attraverso una complessa attività di indagine, gli Avvocati Vincenzo Esposito ed Ismaele Brancaccio sono riusciti a scoprire che la Società che avrebbe dovuto decidere la controversia in qualità di arbitro (la quale, come ti avevo detto in precedenza, aveva la propria sede legale nello stesso Stato in cui era presente la Società che proponeva il finanziamento) non era altro che una Società “partecipata” della Società che aveva proposto il finanziamento alla Nostra assistita

In buona sostanza, quindi, l’arbitro che avrebbe dovuto decidere la controversia non sarebbe mai potuto essere un arbitro “neutrale” rispetto alle parti dal momento che, nello specifico, si trattava di una Società in cui parte delle quote erano di proprietà “indiretta” proprio della Società che aveva proposto il finanziamento alla Nostra assistita e che aveva richiesto l’arbitrato.

Attraverso una complessa attività di indagine effettuata sulla documentazione ufficiale delle due Società, ottenuta con non poche difficoltà attraverso canali ufficiali dello Stato estero in cui le stesse erano presenti, si veniva addirittura a scoprire che le due Società, da quanto emergeva dagli atti costitutivi delle stesse, avevano finanche la stessa sede sociale, lo stesso numero di telefono, lo stesso indirizzo mail.

Venivano quindi acquisiti gli atti costitutivi di tutte le Società, con le firme apposte per la costituzione delle stesse.

A questo punto, quindi, risultava assolutamente evidente che la procedura arbitrale era stata studiata “ad hoc” per far sì che la Società da noi assistita risultasse soccombente, dando tuttavia una parvenza di legalità a tutta la procedura.

Chiaramente questa situazione creava non poche preoccupazioni alla Nostra cliente dal momento che, nel caso in cui l’arbitrato fosse stato deciso, avrebbe perso l’intero capitale posto a garanzia del contratto di finanziamento.

La strategia difensiva dei nostri avvocati

Una volta che siamo riusciti ad ottenere tutta la documentazione, ed una volta che siamo riusciti a sincerarci della bontà della stessa, i Nostri avvocati hanno inviato immediatamente una comunicazione ufficiale all’arbitro designato a decidere la controversia nella quale si metteva in luce l’intera situazione, allegando anche la documentazione ufficiale dalla quale risultavano in maniera evidente i rapporti tra le due Società (quella che avrebbe dovuto decidere la controversia e quella che aveva richiesto l‘arbitrato).

Con questa comunicazione, quindi, si diffidava l’arbitro dall’assumere qualsiasi tipo di decisione, alla luce proprio dell’evidente conflitto di interessi sussistente tra le parti, essendo evidente che la decisione che l’arbitro avrebbe assunto avrebbe favorito esclusivamente la Società che aveva richiesto l’arbitrato.

Devi capire, infatti, che il primo rischio che si voleva evitare era proprio quello che l’arbitro potesse assumere una decisione sulla controversia dal momento che, nel caso in cui avesse emesso un lodo, questa decisione sarebbe stata vincolante ed avrebbe permesso alla Società che aveva proposto il finanziamento di appropriarsi dell’intera somma data a garanzia del contratto dalla Società da noi assistita.

In questo caso, alla luce di tutte le circostanza che venivano messe in luce, nonché della documentazione che veniva allegata alla richiesta, le quali certamente permettevano di ritenere sussistente una truffa online, l’arbitro decideva di non assumere alcun tipo di decisione sulla controversia, astenendosi dal decidere il procedimento !!

Questa è la comunicazione che ci è stata inviata dall’arbitro.

truffa online decisione arbitro

Una volta ottenuta la sospensione del procedimento di arbitrato, quindi, abbiamo avuto una maggiore serenità per procedere alla richiesta di restituzione dei soldi dati in garanzia dalla Società nostra assistita.

Come siamo riusciti a recuperare i soldi della truffa online

Come ti dicevo prima, alla luce di quanto era emerso, sembrava assolutamente chiaro che la Società da noi assistita fosse stata vittima di una truffa online, essendo tuttavia evidente che, una volta ottenuta l’astensione dalla decisione da parte dell’arbitro designato, l’ulteriore passaggio era quello di cercare di recuperare i soldi che la Nostra assistita aveva dato in garanzia, essendo proprio quello il principale interesse del nostro cliente.

A questo fine, quindi, i nostri avvocati si mettevano immediatamente al lavoro per procedere con le diffide per la restituzione dei soldi, ritenendo assolutamente ingiustificato che detti soldi fossero ancora trattenuti nonostante fosse evidente il fatto che i Nostri assistiti fossero vittima di una truffa online.

Ebbene, dopo una serie innumerevole di richieste, e dopo un lavoro che sembrava non vedere mai fine, siamo finalmente riusciti a far sì che la Società da noi assistita riuscisse ad ottenere tutti i soldi che aveva messo a garanzia del contratto.

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Una volta ottenuta la restituzione delle somme, i messaggi di stima che ci sono stati inviati dai nostri clienti sono stati la più grande soddisfazione professionale per il nostro duro lavoro.

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Percepire la grande stima e la gratitudine di queste persone ci ha reso profondamente orgogliosi del nostro lavoro, attraverso il quale siamo riusciti a sventare una truffa online, ripagandoci di intere giornate di lavoro spese a studiare questo caso.

Perché rivolgersi ad un esperto avvocato per truffa on line?

Come avrai potuto comprendere, quella delle truffe online, soprattutto in ambito internazionale, è una materia particolarmente complessa, delicata che richiede specifiche competenze professionali che non tutti gli avvocati posseggono.

È sempre consigliabile, dunque, affidarsi ad un Avvocato competente in truffa on line, che conosca bene la materia giuridica trattata di modo che, sin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.

Nel caso dei nostri clienti il rivolgersi ad un avvocato con esperienza in questo settore è stato ciò che gli ha permesso di recuperare tutti i soldi che altrimenti sarebbero andati persi.

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