In questo articolo ti spiego come è stata ottenuta la scarcerazione di una nostra assistita, alla quale era stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere per il delitto di rapina aggravata (art. 628 c.p.).
La vicenda, alla luce delle gravissime accuse mosse nei confronti della donna e degli elementi di prova emersi nel corso del procedimento, appariva sin dal principio particolarmente complessa, tuttavia la difesa è riuscita a dimostrare, sin dal momento dell’interrogatorio, l’insussistenza delle esigenze cautelari, facendo sì che la stessa venisse scarcerata immediatamente dopo l’arresto.
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L’accusa di rapina aggravata
L’accusa formulata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì era quella di rapina impropria aggravata, per avere la donna sottratto con l’inganno un orologio Rolex Datejust da una donna che, all’epoca dei fatti, aveva più di 65 anni, esercitando quindi violenza nei confronti della stessa al fine di allontanarsi dal luogo della rapina e conseguire l’impunità dal delitto.
(Se vuoi sapere quali sono le pene previste in Italia per il delitto di rapina Leggi questo articolo).
Per una migliore comprensione dell’intera vicenda ti riporto il capo di imputazione con il quale la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì accusa di rapina aggravata la nostra assistita.
La particolare complessità della vicenda derivava dal fatto che la persona offesa avesse riconosciuto con assoluta certezza la nostra assistita come l’autrice della rapina posta in essere ai suoi danni, denunciando pertanto immediatamente l’accaduto alle Forze dell’Ordine che si mettevano subito alla ricerca della donna e del suo complice.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Forlì, vista l’estrema gravità della condotta, richiedeva che nei confronti della donna, in ragione della accusa di rapina, fosse applicata la misura cautelare della custodia in carcere, evidenziando come tale misura fosse l’unica idonea a salvaguardare le esigenze cautelari.
Una volta reperita la nostra assistita in Italia, quindi, la stessa veniva arrestata e condotta immediatamente presso il carcere di Rebibbia.
La strategia difensiva
La donna, particolarmente provata e preoccupata dalla vicenda, veniva assistita sin dalle prime fasi del procedimento dall’avv. Ismaele Brancaccio dello Studio legale AvvocatoPenalistaH24.
I numerosi elementi di prova emersi nel corso del procedimento nei confronti della donna hanno fatto sì che la strategia difensiva, piuttosto che concentrarsi sulla insussistenza dei gravi indizi di reato per la accusa di rapina, si concentrasse maggiormente sulla inesistenza delle esigenze cautelari, le quali potevano essere salvaguardate ugualmente con una misura cautelare meno gravosa rispetto al carcere.
Veniva pertanto evidenziato, sin dal momento dell’interrogatorio della persona sottoposta ad indagini, che:
- I fatti erano stati commessi molto tempo prima dell’arresto, non essendovi pertanto l’attualità del pericolo di reiterazione del reato;
- Che la donna si era consegnata spontaneamente alle Forze dell’Ordine, mostrando quindi in maniera evidente come non avesse alcuna intenzione di fuggire o di sottrarsi al procedimento penale che la vedeva coinvolta con accusa di rapina;
- Non vi era alcun pericolo di inquinamento delle prove, trattandosi di fatti per i quali le indagini erano già state interamente compiute.
All’esito dell’interrogatorio, quindi, veniva richiesta la scarcerazione della donna, ovvero l’applicazione di una misura cautelare meno grave rispetto al carcere.
Se vuoi sapere quando è possibile richiedere la sostituzione di una misura cautelare, ti invito a leggere questo articolo in cui AvvocatoPenalistaH24 ti spiega come ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari in caso di persona detenuta in carcere.
La decisione del Giudice favorevole alla nostra assistita
Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Forlì, in seguito all’interrogatorio della persona indagata, nonostante il parere contrario del Pubblico Ministero, accoglieva tutte le richieste formulate dagli avvocati dello studio legale AvvocatoPenalistaH24, disponendo pertanto la scarcerazione immediata della donna e l’applicazione nei suoi confronti della sola misura cautelare dell’obbligo di dimora presso il Comune di residenza.
A sostegno del provvedimento di sostituzione della misura cautelare, infatti, il Giudice evidenziava come la distanza temporale dai fatti, nonché la circostanza che la misura cautelare dell’obbligo di dimora sarebbe stata applicata in un Comune comunque distante da quello in cui era stata formulata l’accusa di rapina, facevano ritenere scemate le esigenze cautelari, provvedendo pertanto alla scarcerazione immediata della donna.
Ti riporto in seguito la motivazione sulla base della quale il Giudice ha ritenuto di dover sostituire la misura cautelare.
La difesa formulata nell’interesse della nostra assistita per l’accusa di rapina elevata nei suoi confronti, basata sulla insussistenza delle esigenze cautelari, ha colto nel segno, facendo sì che la donna sia stata scarcerata già in seguito all’interrogatorio, dopo soli due giorni dal momento dell’arresto.
La particolare celerità della difesa, in questo caso, oltre ad essere stata necessaria per lo stato di detenzione in cui la donna si trovava, ha permesso alla stessa di poter affrontare tutto il procedimento penale nei suoi confronti per l’accusa di rapina in stato di libertà.
Perché rivolgersi ad un avvocato esperto in caso di accusa di rapina?
Come avrai potuto comprendere, quella trattata è una materia particolarmente complessa, che richiede particolari e specifiche competenze professionali che non tutti gli avvocati posseggono.
È sempre consigliabile, dunque, affidarsi ad un avvocato con competenza specifica, in caso di accusa di rapina, che conosca bene la materia giuridica trattata di modo che, sin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.
Nel caso affrontato siamo stati in grado – attraverso la nostra preparazione ed esperienza – di risolvere una situazione particolarmente complessa, permettendo alla donna di affrontare il procedimento penale senza una misura cautelare tanto gravosa quale la detenzione in carcere.
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