Condanna in contumacia: scarcerazione dopo mandato di arresto europeo

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Condanna in contumacia: scarcerazione dopo mandato di arresto europeo

In questo articolo voglio raccontarti il caso di un nostro assistito, il quale si metteva in contatto con il nostro studio legale in quanto si trovava a dover affrontare un procedimento di Mandato di arresto Europeo in Olanda, derivante dalla richiesta di arresto internazionale emessa nei suoi confronti dall’Italia per l’esecuzione di una sentenza di 3 anni di reclusione per un reato dallo stesso commesso in Italia nel 2010.

Con il procedimento di Mandato di arresto Europeo, infatti, l’Italia richiedeva la consegna del nostro assistito all’Olanda in ragione della sentenza di condanna emessa nei confronti dello stesso da parte del Tribunale di Mantova, trattandosi, nello specifico, di una sentenza di condanna già esecutiva per la pena di tre anni di reclusione, non essendovi quindi per il nostro assistito possibilità di fare appello contro questa sentenza.


L’uomo, quindi, assolutamente disperato per la situazione che si era venuta a creare, si rivolgeva al nostro studio legale al fine di ottenere assistenza legale in Italia, rappresentando di non essere a conoscenza del procedimento che era stato formulato in Italia nei suoi confronti, ritenendo pertanto ingiusta la sua condanna.

Già dalle prime parole del nostro assistito, quindi, i professionisti del nostro studio legale comprendevano che poteva essere stata disposta nei confronti del medesimo una condanna in contumacia, mettendosi immediatamente al lavoro per ottenere la revoca della condanna. Come ? Leggilo nell’articolo.

Il caso del nostro assistito in Italia

Così come ti dicevo in precedenza, il nostro assistito veniva tratto in arresto in Olanda nell’ambito di una procedura di Mandato di arresto Europeo per una condanna emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Mantova nell’anno 2015, con la quale il medesimo veniva condannato alla pena di 3 anni di reclusione e 900 euro di multa.

Il nostro assistito, tuttavia, ci riferiva di non essere mai stato messo a conoscenza dell’instaurazione di questo processo in Italia, ritenendo profondamente ingiusta la condanna emessa nei suoi confronti, dovendo tuttavia affrontare il procedimento di Mandato di arresto Europeo in Olanda, temendo di poter essere consegnato all’Italia per l’esecuzione della sentenza.

Pertanto, il medesimo, oltre a difendersi nel procedimento instaurato in Olanda, nel quale richiedeva espressamente di non essere consegnato all’Italia, si rivolgeva ai professionisti dello studio legale internazionale Avvocato Penalista H24,  al fine di comprendere cosa potesse fare in Italia e se ci fossero delle possibilità di non eseguire la condanna in detto Stato.

Come ti ho detto in precedenza, infatti, già dalle prime parole del nostro assistito comprendevamo come il medesimo potesse aver subito in Italia una condanna in contumacia, sembrando tuttavia molto strano il fatto che lo stesso ci rappresentasse più volte di non essere a conoscenza del procedimento instaurato in Italia nei suoi confronti, intuendo quindi già, da dette parole, una prima strategia processuale che avremmo potuto seguire.

Lo studio del caso e la soluzione prospettata al cliente

Una volta comprese bene le circostanze che avevano determinato la condanna in Italia del nostro assistito, procedevamo allo studio di tutti i documenti che ci venivano inviati dallo stesso inerenti il procedimento di Mandato di arresto Europeo instaurato nei suoi confronti in Olanda, comprendendo tuttavia bene che, al fine di fornirgli una reale assistenza legale, avremmo dovuto avere accesso a tutti gli atti del procedimento tenutosi in Italia.

Il caso veniva seguito direttamente dall’avvocato Vincenzo Ezio Esposito e dall’avvocato Ismaele Brancaccio; se vuoi conoscere tutti gli altri professionisti dello studio legale internazionale Avvocato Penalista H24 e le loro competenze professionali, ti invito a leggere questo articolo.

I nostri professionisti, quindi, procedevano immediatamente a formulare la richiesta copia dell’intero fascicolo processuale inerente la posizione del nostro assistito in Italia, presso il Tribunale di Mantova, scoprendo immediatamente, dalla sola lettura della sentenza, che lo stesso era stato dichiarato contumace nel corso del procedimento.

Devi sapere che, nel procedimento penale Italiano, la contumacia è la condizione della parte processuale che, sebbene regolarmente citata in giudizio, abbia deciso volontariamente di non partecipare al processo nei suoi confronti.

Si trattava, nello specifico, di una condizione che non combaciava affatto con quanto rappresentatoci dal nostro assistito il quale, rivolgendosi ai nostri professionisti, rappresentava di non essere mai stato messo a conoscenza del procedimento instaurato nei suoi confronti in Italia.

Una volta studiati tutti i documenti, pertanto, ci rendevamo conto del fatto che non risultavano affatto regolari le notifiche effettuate nei suoi confronti all’estero, non essendo mai stata disposta la notifica nei suoi confronti della sentenza di condanna disposta in contumacia.

Sulla base di queste circostanze, quindi, rappresentavamo al nostro assistito la possibilità di effettuare un incidente di esecuzione al fine di richiedere al Tribunale di Mantova la non esecutività della sentenza di condanna, circostanza questa che avrebbe risolto in radice il suo problema, finanche dal punto di vista del Mandato di arresto Europeo instaurato nei suoi confronti in Olanda.

Questa è stata la richiesta formulata dai nostri professionisti presso il Tribunale di Mantova.

Decreto di fissazione udienza condanna in contumacia

Una volta formulata la richiesta, quindi, così come potrai riscontrare dalla precedente immagine, veniva fissata udienza innanzi al Tribunale di Mantova.

La nostra tesi difensiva

Come ti dicevo in precedenza, al fine di risolvere alla radice il problema del nostro assistito, decidevamo di formulare incidente di esecuzione presso il Tribunale di Mantova con il quale mettevamo in risalto il fatto che, in tema di contumacia, la stessa Giurisprudenza di legittimità poneva:

 “a carico del Giudice l’onere di reperire in atti l’esistenza di una eventuale prova positiva da cui possa desumersi la effettiva conoscenza del provvedimento di condanna, con la conseguenza che la mera regolarità formale della notifica, eseguita, ai sensi dell’art. 161 cod. proc. pen., presso il difensore d’ufficio nominato all’imputato, non può essere considerata dimostrativa della conoscenza del giudizio o rivelatrice della volontà del destinatario di non impugnare la sentenza contumaciale o di non opporre il decreto penale di condanna” (Sez. 2, n° 21393 del 15.04.2015, Rv 264219). 

Si tratta, nello specifico, di un principio di diritto espresso a chiare lettere finanche dall’articolo 6 della CEDU, norma questa che impone alla giurisdizione nazionale l’obbligo di verificare se l’accusato abbia avuto la possibilità di conoscere il procedimento a suo carico, allorquando sia sorta su tale punto una contestazione che non appaia immediatamente e manifestamente infondata e che, nel caso in cui si sia accertato che la condanna è stata pronunciata malgrado l’esistenza di un potenziale attentato al diritto dell’imputato di partecipare al suo processo, si abbia il dovere di rinnovare il processo ovvero di riaprire la procedura in tempo utile.

Nella richiesta formulata dai nostri professionisti, quindi, si metteva in risalto proprio il fatto che, sulla base della vecchia normativa che disciplinava l’istituto della contumacia, il solo fatto che fosse stata emessa una dichiarazione di contumacia obbligava il Giudice che aveva emesso la sentenza a notificare all’imputato l’avviso di deposito della sentenza, a norma dell’art. 548, comma 3, del codice di procedura penale.

Pertanto, sulla base di detta circostanza, nell’incidente di esecuzione si richiedeva al tribunale di Mantova di revocare l’ordine di esecuzione emesso nei confronti del nostro assistito dal momento che, nello specifico, mai era stato notificato nei confronti dello stesso l’avviso di deposito della sentenza, essendo detto avviso stato notificato (in maniera del tutto irregolare) esclusivamente nei confronti del difensore nominato d’ufficio.

La motivazione del giudice che accoglie integralmente la nostra tesi difensiva

Il Tribunale di Mantova, una volta recepite tutte le nostre argomentazioni difensive in tema di condanna in contumacia, decideva di accogliere integralmente le stesse, disponendo pertanto la non esecutività della sentenza di condanna emessa nei confronti del nostro assistito, con conseguente sospensione dell’esecuzione della sentenza ai sensi dell’art. 670 del codice di procedura penale, norma questa in ragione della quale: 

Quando il giudice dell’esecuzione accerta che il provvedimento manca o non è divenuto esecutivo, valutata anche nel merito l’osservanza delle garanzie previste nel caso di irreperibilità del condannato, lo dichiara con ordinanza e sospende l’esecuzione, disponendo, se occorre, la liberazione dell’interessato e la rinnovazione della notificazione non validamente eseguita. In tal caso decorre nuovamente il termine per l’impugnazione“.

Infatti, il Giudice, con detto provvedimento, riteneva invalida la notifica dell’estratto contumaciale della sentenza dal momento che, la stessa, era stata effettuata esclusivamente nei confronti del difensore di ufficio, non essendovi in atti la prova del fatto che il nostro assistito avesse mai ricevuto la raccomandata con la quale si invitava il medesimo ad eleggere domicilio in Italia, ai sensi dell’articolo 169 del codice di procedura penale.

Questo è il testo della motivazione adottata dal Giudice nel caso del nostro assistito.

La motivazione del giudice che accoglie integralmente la nostra tesi difensiva

Come potrai vedere, nello specifico, tutte le nostre richieste sono state pienamente accolte dal Giudice !!

Il provvedimento adottato dal giudice

Sulla base della motivazione che ti ho riportato in precedenza, quindi, il Giudice, decidendo definitivamente sulla condanna in contumacia disposta nei confronti del nostro assistito, dichiarava non esecutiva la sentenza emessa nei suoi confronti, sospendendo anche l’esecuzione della sentenza, disponendo pertanto la notificazione della sentenza nei confronti del nostro assistito con il relativo estratto contumaciale.

Questo il testo del provvedimento.

Il provvedimento adottato dal giudice

Con detto provvedimento, quindi, una volta disposta la notifica nei confronti del nostro assistito, il medesimo potrà proporre appello contro la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti, dovendo tuttavia riscontrare come, ormai, il reato allo stesso contestato sia prescritto.

Inoltre, il Giudice, sempre sulla base delle nostre richieste, disponeva finanche la revoca dell’ordine di esecuzione disposto nei confronti del nostro assistito, determinando in tal modo finanche la chiusura del procedimento di Mandato di arresto Europeo instaurato in Olanda nei suoi confronti sulla base dell’ordine di arresto internazionale emesso dall’Italia.

Revoca dell'ordine di esecuzione

Come potrai ben comprendere, l’incredulità e la felicità del nostro assistito all’ottenimento di detto provvedimento è stata davvero incredibile, essendo lo stesso passato dal dover scontare 3 anni di reclusione in Italia, al poter vivere in maniera libera il resto della sua vita, essendo ormai il reato allo stesso contestato coperto da prescrizione.

In questo caso, la preparazione e la massima dedizione dimostrata nello studio del fascicolo da parte dei nostri professionisti ha permesso al nostro assistito di non scontare una condanna in contumacia sulla base di un processo nel quale erano stati completamente violati i suoi diritti fondamentali.

Perché rivolgersi ad un avvocato in caso di condanna in contumacia

Come avrai potuto comprendere, quella trattata è una materia particolarmente complessa, che richiede particolari e specifiche competenze professionali che non tutti gli avvocati posseggono.

È sempre consigliabile, dunque, affidarsi ad un Avvocato competente in casi di condanna in contumacia, che conosca bene la materia giuridica trattata di modo che, sin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.

Abbiamo già affrontato e risolto diversi processi con riferimento a questa materia.

Leggi altri nostri articoli su questo tema:

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Come potrai notare dai nostri articoli, abbiamo più volte risolto complicati processi a cui i nostri assistiti erano stati sottoposti.

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La nostra priorità è porre l’assistito al centro del nostro operato, assumerci le sue preoccupazioni ed i suoi timori. Essere sottoposti ad un procedimento di mandato arresto europeo, nonché ad una condanna in contumacia, è una sciagura che coinvolge tutta la famiglia.

Nel corso degli anni abbiamo ben compreso questa circostanza ed è dunque fondamentale sin da subito instaurare un rapporto di fiducia con l’assistito che si sostanzia in:    

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