Avvocato per ricettazione: come abbiamo risolto il caso del nostro assistito

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Avvocato per ricettazione: come abbiamo risolto il caso del nostro assistito

In questo articolo ti spiego come un nostro assistito è riuscito ad ottenere una sentenza di assoluzione, dopo essere stato trovato in possesso di una scheda SIM acquistata con un documento di riconoscimento dichiarato smarrito, grazie all’aiuto di un avvocato per ricettazione.

Infatti, l’articolo 648 del codice penale, punisce con la pena della reclusione da due ad otto anni e della multa da 516 a 10.329 euro “chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare”, essendo pertanto le contestazioni effettuate nei confronti del nostro assistito molto gravi, prevedendo il delitto di ricettazione delle pene molto severe.

Se vuoi sapere quali sono i presupposti affinché possa ritenersi configurato il reato di ricettazione ti consiglio di leggere questo articolo nel quale ti spiego nel dettaglio quando si può ritenere configurato il reato e come fare per difendersi nel processo penale, ovvero questo articolo nel quale ti spiego la differenza tra i vari delitti contro il patrimonio.

Il caso del nostro assistito

Così come ti dicevo in precedenza, il nostro assistito veniva fermato dai Carabinieri durante un controllo personale nel quale, inizialmente, forniva delle false generalità, riferendo soltanto successivamente il proprio nominativo reale.

Pertanto, una volta fornito il nominativo, ritenendo gli agenti che il medesimo potesse incorrere in qualche ipotesi di reato per avere fornito delle false generalità, gli chiedevano di favorire i documenti e di comunicare la propria utenza telefonica, che il medesimo prontamente comunicava.

Nei giorni successivi, quindi, i Carabinieri lo ricontattavano telefonicamente al fine di verificare se, effettivamente, l’utenza telefonica che il medesimo aveva comunicato fosse in uso a lui, avendo gli stessi riscontrato che la SIM card riferibile a quel numero di telefono era stata acquistata attraverso un documento di riconoscimento dichiarato smarrito e che, pertanto, potevano ritenersi configurati i presupposti del delitto di ricettazione.

Dopo che il nostro assistito rispondeva al telefono, comunicando anche i propri dati, dando pertanto conferma del fatto che era lui ad utilizzare detta SIM telefonica, partivano immediatamente le indagini dalle quali scaturiva la contestazione, nei confronti dello stesso, del delitto di ricettazione.

Questa è la contestazione che veniva mossa nei confronti del nostro assistito:

accusa ricettazione

Lo stesso, nello specifico, avendo la necessità di essere assistito da un avvocato per ricettazione, con specifica competenza in questa materia, veniva affidato all’avvocato Ismaele Brancaccio dello studio legale internazionale Avvocato Penalista H24.

Se vuoi conoscere tutti i professionisti del nostro studio legale e sapere quali sono le loro competenze professionali ti consiglio di leggere questo articolo nel quale ti spiego quali sono le aree tematiche di competenza del nostro studio professionale e dei nostri professionisti.

Lo studio degli atti e la strategia processuale

Così come ti dicevo in precedenza, il nostro assistito era assolutamente disperato per la situazione che si era venuta a creare, essendo lo stesso ben consapevole del fatto che, con la contestazione del delitto di ricettazione, rischiava una pena molto alta, avendo il medesimo commesso una leggerezza imperdonabile nell’acquistare una SIM telefonica usata, che in seguito era risultata acquistata con un documento smarrito.

Ebbene, al fine di poter procedere ad uno studio quanto più approfondito possibile del caso, facevamo immediatamente copia dell’intero fascicolo delle indagini condotte dal Pubblico Ministero, riscontrando come nella documentazione in atti ci fossero molti elementi dai quali si poteva desumere la responsabilità del nostro assistito.

Tuttavia, ci accorgevamo del fatto che mancassero negli atti degli elementi fondamentali, quali ad esempio la denuncia/querela formalizzata dalla persona che, materialmente, aveva dichiarato di aver smarrito i documenti, non essendo il nominativo di questa persona stato inserito neppure dal Pubblico Ministero nella lista dei testimoni.

Detta mancanza, congiuntamente ad altri elementi di indagine che, a nostro avviso, potevano avere un valore di fondamentale importanza per il procedimento, ci facevano decidere di affrontare il procedimento con il rito ordinario, procedendo quindi all’escussione dei testimoni del Pubblico Ministero nel corso del processo.

Le prove emerse nel corso del procedimento

Durante il processo venivano escussi gli operatori di Polizia Giudiziaria che avevano effettuato gli accertamenti nei confronti del nostro assistito i quali, nello specifico, confermavano il fatto che il medesimo gli avesse fornito delle false generalità, comunicandogli in seguito il numero della SIM telefonica che, successivamente, riscontravano essere stata acquistata con un documento smarrito.

Inoltre precisavano che il nostro assistito aveva risposto a quello stesso numero telefonico, allorquando veniva contattato dai Carabinieri, avendo pertanto gli stessi dedotto la sussistenza del delitto di ricettazione nei confronti del medesimo.

Tuttavia, così come ti dicevo in precedenza, il vero limite dell’indagine consisteva nel fatto che non fosse mai stata acquisita la denuncia di smarrimento del documento di riconoscimento e che, inoltre, il Pubblico Ministero neppure aveva inserito il nominativo di questa persona tra i testimoni che avrebbero dovuto essere sentiti nel corso del procedimento.

Si trattava, nello specifico, di una mancanza assolutamente grave, vertendo l’intero procedimento sulla dimostrazione dell’illecita provenienza della SIM telefonica, non potendosi ritenere che la stessa fosse stata oggetto di reato nel momento in cui neppure era stato possibile sentire la persona offesa dal reato nel corso del procedimento che vedeva coinvolto il nostro assistito.

Ebbene, nel corso del processo, il Pubblico Ministero, sebbene consapevole del fatto di non aver indicato il nominativo della persona offesa nella propria lista dei testimoni, più volte chiedeva l’acquisizione della denuncia, trovando tuttavia la ferma opposizione della difesa che, nello specifico, era ben consapevole del fatto che quella mancanza poteva determinare l’assoluzione del nostro assistito dal delitto di ricettazione.

Infatti, così come ti dirò in seguito, il presupposto fondamentale affinché potesse ritenersi configurato il delitto di ricettazione consisteva nel fatto che dovesse essere dimostrata l’illecita provenienza della SIM telefonica, circostanza questa indimostrabile in assenza della testimonianza della persona che, materialmente, aveva dichiarato di aver smarrito i documenti.

Per questo, in seguito all’opposizione motivata della difesa, il Giudice decideva di non acquisire in atti la denuncia di smarrimento del documento di riconoscimento.

La richiesta di pena del Pubblico Ministero e le richieste difensive

A fronte della totale assenza di prove in relazione alla responsabilità del nostro assistito per il delitto di ricettazione, il Pubblico Ministero riteneva comunque soddisfacenti le prove emerse nel corso del procedimento, richiedendo pertanto la condanna dello stesso alla pena di anni 1 e mesi 4 di reclusione ed euro 900 di multa.

Difesa Avvocato per ricettazione

La difesa, chiaramente, valorizzando la totale assenza di elementi di prova nei confronti del nostro assistito in merito alla illecita provenienza del bene, richiedeva l’assoluzione dello stesso, formulando inoltre una serie di richieste subordinate, tra cui il proscioglimento del nostro assistito per particolare tenuità della condotta, ai sensi dell’art. 131 bis del codice penale, subordinando detta richiesta all’applicazione del comma 4 dell’art 648 c.p., il quale prevede per il delitto di ricettazione che: “Se il fatto è di particolare tenuità, si applica la pena della reclusione sino a sei anni e della multa sino a euro 1.000 nel caso di denaro o cose provenienti da delitto e la pena della reclusione sino a tre anni e della multa sino a euro 800 nel caso di denaro o cose provenienti da contravvenzione”.

La decisione del Giudice

Il Giudice, accogliendo completamente le nostre tesi difensive, ha deciso di assolvere il nostro assistito ritenendo che “non appaiono sufficientemente provati gli elementi costitutivi del reato di ricettazione per cui l’imputato va assolto perché il fatto non sussiste”.

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Infatti, nella motivazione della sentenza il Giudice ha confermato tutte le nostre tesi difensive, ritenendo non potesse ritenersi provata l’illecita provenienza della SIM telefonica e che, inoltre, in assenza di un provvedimento di sequestro da parte dei Carabinieri neppure potesse ritenersi provato il possesso, da parte del nostro assistito, della SIM telefonica acquistata con i documenti smarriti.

Ti allego in seguito la motivazione del Giudice sul punto.

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In questo caso, sebbene inizialmente il nostro assistito credesse di essere spacciato, e di dover pagare con molti anni di detenzione per un errore dallo stesso commesso, grazie all’aiuto di avvocato per ricettazione, è riuscito ad ottenere un’assoluzione alla quale neppure egli stesso credeva.

L’enorme gioia e soddisfazione manifestataci dal nostro assistito e da tutti i suoi familiari è stata la più grande soddisfazione per il duro lavoro al quale siamo stati sottoposti nello studio di questo caso.

Perché rivolgersi ad un avvocato esperto di ricettazione?

Come avrai potuto comprendere, quella trattata, è una materia particolarmente complessa, delicata che richiede particolari e specifiche competenze professionali che non tutti gli avvocati posseggono.

È sempre consigliabile, dunque, affidarsi ad un Avvocato competente in casi di ricettazione, che conosca bene la materia giuridica trattata di modo che, sin da subito, vi sia la massima garanzia del diritto di difesa, disponendo la strategia difensiva più opportuna al caso specifico.

Abbiamo già affrontato e risolto diversi processi con riferimento a questa materia.

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